Giornata dimostrativa in campo per il lancio del progetto ReACT
Roccafluvione 19/10/2019
Si è svolta a Roccafluvione sabato 19 ottobre 2019 la giornata di lancio del progetto ReACT, sostenuto dal gruppo operativo FITAM, e cofinanziato dal PSR Marche 2014-2020 Misura 16.1.
Durante la giornata, promossa dall’Associazione Tartuficoltori Valfluvione, sono stati illustrati gli obiettivi generali del progetto, che avrà durata triennale e si prefigge di supportare la produzione tartuficola marchigiana con una razionalizzazione delle tecniche di propagazione, coltivazione e conservazione. In particolare sono state descritte le prove in vivaio, volte all’ottimizzazione delle tecniche utilizzate per produrre piante tartufigene di qualità, e quelle in campo, dove si stanno sperimentando tecniche di coltivazione innovative in tartufaie giovani non ancora produttive, in impianti adulti in piena produzione ed in quelli cui si evidenzia un calo produttivo. Inoltre si è fatto accenno al post raccolta, che si propone di valutare la possibilità di allungare il periodo di conservazione del tartufo attraverso la liofilizzazione.
Partecipano al progetto i partners del gruppo operativo FITAM, che vede la ditta Angellozzi Tartuficoltura quale soggetto capofila ed include altre tre aziende, Giovannelli Patrizia, Marini Giancarlo e Feliziani Tartufi, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università degli studi di Urbino, l’Assam, la Cia Service e due associazioni di tartuficoltori, l’ATV Valfluvione e l’ATT Sibillini.
Nel corso della prova dimostrativa in campo, avvenuta presso due delle tartufaie oggetto di sperimentazione, sono intervenuti il Prof. Davide Neri, responsabile scientifico del progetto, la Dott.ssa Veronica Giorgi, del gruppo di lavoro dell’Università Politecnica delle Marche e l’agronomo Cristiano Peroni, coordinatore del progetto.
Attraverso lo studio della letteratura scientifica, le conoscenze di ecofisiologia vegetale e i risultati delle prove preliminari i relatori hanno proposto un modello di sviluppo della radice e della sua simbiosi con il tartufo. La crescita delle radici è fortemente dipendente dalla temperatura ed è condizionata dalla presenza di ossigeno e acqua. La radice si sviluppa con una fase di esplorazione (radici trasmigranti simili al fittone delle piante da seme) seguita da una fase di espansione laterale caratterizzata da radici sottili che sono predisposte alla micorrizazione. Questa fase ha funzione nutrizionale e consente lo sfruttamento delle risorse del terreno a cui la micorriza collabora e su cui si insedia una cenosi microbica specializzata.
L’esaurimento delle risorse e la presenza dei residui delle radici assorbenti esaurite, obbligano la radice a un continuo movimento nel terreno con conseguente spostamento delle micorrize e della produzione di corpi fruttiferi (i tartufi) negli anni. Se nel terreno le nicchie di terreno esplorabile si esauriscono anche la produzione di tartufi cala. Gli impianti vanno quindi gestiti per favorire una continua ramificazione delle radici e la creazione di nicchie utili per la micorrizazione.
Il progetto attraverso la manipolazione della crescita aerea, dei volumi di suolo fertili e della disponibilità idrica con opportune irrigazioni di precisione (guidate con sensori di temperatura e umidità alle diverse profondità 5-15-25 cm) e l’apporto di microorganismi specifici vuole favorire le condizioni di sviluppo del tartufo in impianti intensivi. La stessa logica viene utilizzata in vivaio per trovare la giusta combinazione fra substrato e forma del vaso per ottenere la migliore micorrizazione con inoculo sporale.